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Presi dalla frenesia quotidiana, da decenni si diffonde uno dei più pericolosi alibi sociale, ovvero la sindrome del "non ho tempo", così ci sentiamo giustificati per il nostro disinteresse a temi pallosi pur se nevralgici per il nostro futuro. Fra questi temi reputo di particolare interesse la questione della privacy, quando si presenta sotto forma di scambio commerciale, ovvero quando per l'ottenimento di un bene o di un servizio o una prestazione sanitaria ci troviamo a dover firmare la temibile ed incomprensibile "Nota sul trattamento dei dati personali", ma cos'è? E perché ce la chiedono tutti? E soprattutto, a noi cosa ce ne importa di parlare di privacy e dati personali?
Le domande più frequenti sono:
- A che serve capire cosa se ne fanno dei nostri dati?
- Perché ci chiedono il consenso al trattamento dei dati?
Le affermazioni più frequenti sono:
- I miei dati personali li do senza problemi e firmo qualsiasi trattamento perché non ho nulla da nascondere.
- Ci sono problemi ben più importanti ed urgenti della privacy, come la fame nel mondo e le guerre.
- Non ho mai il tempo di leggere le note sulla privacy o sul trattamento dei dati e comunque per me sono cose incomprensibili.
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